29/01/14

INEQUIVOCABILI SEGNALI DI DISSOLUZIONE


Come ben sanno coloro che seguono il blog, in questo periodo, e per alcuni mesi ancora, mi trovo ad Isla Margarita, in Venezuela, per valutare le reali possibilita' di un trasferimento defnitivo sul posto assieme alla mia famiglia.

Lasciando da parte le mie impressioni e valutazioni che ho maturato in queste settimane, e che scrivero' in uno dei prossimi post, volevo segnalare ai lettori del blog un "illuminante" articolo che ho trovato in rete, che descrive in maniera incredibilmente semplice e chiara la disastrosa situazione economica in cui gran parte del mondo si sta venendo a trovare.

Come scritto piu' volte anche dal sottoscritto, la situazione e' a dir poco esplosiva ed il botto e' alle porte. 
Come finira'? 
Forse, con precisone, nessuno lo sa, ma ci si fara' male, molto male, questo e' sicuro, e si faranno male soprattutto  coloro che non avranno preso le dovute precauzioni per tempo, ed ora il tempo e' poco, davvero poco...

FUORI DAL SISTEMA (dal blog bastaprenderloinculo)


Esistono persone che riescono a comprendere certe cose grazie a profonde e lunghe riflessioni, al fatto di aver acquisito una grande mole di informazioni, ad una grande intelligenza analitica. Esistono altresì persone che riescono a comprendere le stesse cose semplicemente per istinto, per una sorta di sesto senso. Anche se attraverso percorsi diversi, questi due gruppi giungono alle medesime conclusioni. Ecco la ragione per la quale si va sempre più diffondendo la convinzione che ci stiamo avvicinando ad uno di quei momenti cruciali della storia che segna lo spartiacque tra due epoche.


Su cosa accadrà in quel momento, e su come evolveranno le cose, si possono fare innumerevoli ipotesi, tutte verosimili e tute possibili. Ma si tratta, appunto, di ipotesi. Saranno le scelte degli uomini a determinare il corso degli eventi, e sappiamo bene che nulla è più incerto del comportamento umano.



La gente comune si sente impotente nel determinare il destino dei popoli, e crede, in parte a ragione, che a determinare le cose saranno le scelte di una minoranza di uomini, ovvero di coloro che appartengono all'elité mondiale ed occupano le stanze dei bottoni. Mentre si diffonde la consapevolezza che un'immane catastrofe stia per abbattersi sul mondo, parallelamente si va diffondendo un fatalismo che pareva estinto, annichilito dal materialismo della società dei consumi.



Al termine della grande ubriacatura degli ultimi decenni, in cui tutti hanno creduto nella crescita senza limiti, e nella possibilità di aumentare di anno in anno i propri redditi, ci ritroviamo frastornati e delusi. Perché l'amara realtà è che la crescita ha dei limiti, ma sopratutto che il pianeta non potrebbe sopportare  che lo stesso livello di consumi dei cittadini occidentali fosse raggiunto da tutti i popoli del nostro sempre più piccolo mondo. E così la crescita economica dei paesi poveri produce un livellamento verso il basso al quale non siamo preparati.



Purtroppo la convinzione della crescita continua ha stimolato l'indebitamento, degli stati, delle aziende, delle famiglie. Sappiamo che la sostenibilità di un debito si basa sulla crescita. Ma se la crescita si arresta il sistema entra in crisi. E così per supplire all'insufficienza della crescita dell'economia reale si è creata una crescita fittizia, fatta di fuffa, ovvero di finanza. Ma la crescita prodotta dagli strumenti finanziari, per sua intrinseca natura, è pura illusione. Una casa è sempre una casa, un quintale di grano è sempre un quintale di grano, l'abilità di un chirurgo resta sempre l'abilità di un chirurgo. Ma il valore della fuffa finanziaria è nullo.
Basti considerare che per ogni credito esiste un debito dello stesso valore. E per quanto possa essere grande il valore dei crediti, altrettanto grande sarà quello dei debiti. Per assurdo posso firmare un trilione di cambiali al mio amico Antonio, e ricevere da lui cambiali di pari importo. E lo potremmo fare in un attimo, senza produrre nulla di concreto. E potremmo sostenere che entrambi deteniamo una ricchezza finanziaria complessiva di due trilioni.



E' evidente che si tratta di una colossale cazzata. E così tutta la ricchezza finanziaria mondiale è sostanzialmente inesistente, nel senso che non si tratta di ricchezza, ma più semplicemente di uno strumento per depredare i popoli. Esistono creditori e debitori. Ma qualunque credito, nel momento in cui il debitore diventa insolvente, diviene carta straccia.



Ora la situazione è tale che da un momento all'altro il debitore potrebbe diventare insolvente, mentre il creditore farà di tutto per salvaguardare il suo capitale. Userà qualunque mezzo il suo potere gli consentirà, usando gli stati come gendarmi al proprio servizio. Sarà inutile. Quando gli insolventi sono troppi, e non hanno nulla da perdere, i creditori falliscono. Così è sempre stato, e così sarà.



In un mondo che ha perso il suo equilibrio, con la gran parte degli stati in bancarotta, con la perenne incertezza prodotta dalle politiche neo liberiste, con una disoccupazione in continuo aumento, con diseguaglianze sempre più accentuate, con la corruzione e la disonestà che hanno raggiunto livelli vergognosi nelle classi dirigenti di tutto il mondo, con il carattere predatorio che pregna oramai ogni progetto economico, sempre più persone scelgono di uscire, per quanto possibile, dal sistema.



E lo fanno per la semplice ragione di aver perso ogni speranza nel fatto che le cose si rimetteranno a posto. 
Ogni loro sforzo, ogni loro sacrificio, ogni loro rinuncia, non servirebbe che ad alimentare le ricchezze di una minoranza di privilegiati che, a differenza della classe media, non è stata minimamente intaccata dalla crisi che stiamo vivendo. La sterminata pletora di parassiti che vivono succhiando il sangue allo stato pare completamente indifferente al dramma di milioni di cittadini costretti, attraverso le tasse, ad appagare la loro brama. Che si tratti di alti magistrati, di manager pubblici, di dirigenti di un certo rango, e di tutta la pletora di faccendieri che ruotano intorno alla politica, non fa alcuna differenza. Nonostante i loro elevati, e spesso ingiustificati, redditi, pretendono sempre di più, e lo fanno senza il minimo senso di vergogna. Uno come Monti, non certo un disgraziato, non si pone il problema morale di percepire vita natural durante lo stipendio di senatore a vita, che corrisponde a quanto guadagna una decina di lavoratori che davvero si fanno il mazzo. Lui, e quelli della sua risma, non sono affatto turbati dal fatto che, probabilmente, per garantirgli centinaia di migliaia di euro, se non milioni, tantissimi disgraziati perderanno  la casa, frutto di grandi sacrifici loro, o dei loro genitori. Quante mamme piangeranno perchè i vari Monti possano frequentare i migliori ristoranti e pasteggiare con vini da 100 euro a bottiglia?



Queste riflessioni vengono fatte da sempre più persone, e spesso spingono a prendere una decisione drastica: uscire dal sistema. La principale motivazione è questa: debbo diventare un pezzente? Debbo rinunciare a tante cose? Non debbo possedere nulla? Allora che muoia Sansone con tutti i filistei. Essere nullatenenti comporta degli svantaggi evidenti, ma presenta anche i suoi lati positivi. E se proprio uno deve pagare il conto della propria povertà, perchè non goderne anche i vantaggi?



Tutti coloro che decidono di uscire dal sistema si trovano, ad un certo punto della loro vita, di fronte al grande dilemma: ammazzarmi di lavoro e vivere costantemente in affanno, restando un miserabile, oppure restare miserabile, ma almeno lavorare poco e godermi la vita con tutte quelle cose che non si acquistano con il denaro? 

E' chiaro che ogni persona preferirebbe vivere agiatamente, disporre di un buon reddito, pagare le tasse e spendere il proprio denaro. Ma quando le cose precipitano, il reddito diventa incerto ed insufficiente, e non si vede alcuna prospettiva di miglioramento, mentre lo stato continua a sperperare ed a garantire ad una minoranza privilegi indecorosi, la scelta diventa obbligata: si smette di pagare.



E mi pare che sia una scelta di grande intelligenza. Qualcuno potrebbe sostenere che in questo modo lo stato collasserebbe. Ma ad un miserabile cosa interessa del collasso dello stato, dal momento che quello stato non gli è di alcuna utilità? Chi teme questa evenienza sono coloro che prosperano grazie allo stato, e non certo chi ogni mattina deve alzarsi ed ingegnarsi per guadagnare la pagnotta.



Come ho sostenuto poco fa, esistono dei limiti, sempre. Ogni cosa ha un limite, oltrepassato il quale le cose si mettono male. Basta verificare quel che sta accadendo con la pressione fiscale: tanto più le tasse aumentano, e tanta più gente smette di pagare, per manifesta impossibilità. Con la conseguenza che il gettito fiscale, piuttosto che aumentare, tende a diminuire. Si tratta di un fenomeno i cui effetti tardano a manifestarsi per la semplice ragione che molti hanno da perdere, e nella speranza di salvare i propri beni danno fondo alle loro risorse ed ai loro risparmi. Ma è una cosa che non potrà durare a lungo.



Ho diversi amici che si sono visti ipotecare le case da Equitalia. E la gran parte di loro su quelle case aveva già un mutuo. Cose è accaduto? Semplicemente nessuno è tanto stupido da continuare a pagare un mutuo sapendo che alla fine la casa sarà comunque pignorata da equitalia, il cui credito, nel frattempo, avrà raggiunto importi impossibili. Ed allora, saggiamente, hanno smesso di pagare anche la banca
Ma uno con la casa pignorata, con sofferenze bancarie, con equitalia sul collo, diventa un paria.
Ed un paria, impossibilitato a possedere qualunque cosa fino alla fine dei suoi giorni, cosa fa?



Semplicemente smette di pagare qualunque cosa non sia vitale. In fondo, avere un debito di 50 mila euro o uno di 2 milioni è la stessa cosa, quando vivi alla giornata. Sei fuori dal sistema, semplicemente.
Naturalmente chi può far fronte ai propri debiti, lo fa. Ma nell'attuale contesto, nel quale diventa davvero difficile guadagnare il necessario per la sopravvivenza, pagare certi debiti e rimettersi in regola è praticamente impossibile. Ed allora esistono due strade: o essere tanto stupidi da ammazzarsi, oppure essere tanto intelligenti da adattarsi alla nuova condizione, e goderne i vantaggi.



Ecco come si esce dal sistema, in attesa che il sistema crolli. Perchè non esiste alcuna possibilità che le cose possano continuare a lungo in questo modo. Sempre più persone  saranno costrette a gettare la spugna. E nessuno stato può pensare di prosperare quando percentuali sempre più grandi della popolazione si ritrovano nelle condizione che ho appena descritto.



Quando sento che Equitalia vanta crediti per 800 miliardi, e non riesce a riscuoterli, mi sconpiscio dalle risate. Perchè chi aveva da perdere ha pagato, e quelli che non hanno pagato sono coloro che non hanno nulla, e che mai pagheranno. Anche la famigerata lotta all'evasione fiscale si sta rivelando per ciò che è: una grande bufala. L'incasso, rispetto alle somme accertate, si aggira intorno al 5%, mentre il debito pubblico aumenta, ogni anno, di venti volte tanto.



Quello che vedo, guardandomi intorno, è un grande aumento del lavoro nero e dell'evasione fiscale. Mai, come in questo momento, si sono effettuate tante transazioni in contanti. I negozi chiudono a ritmi vertiginosi, desertificando interi quartieri. Su ogni serranda abbassata fa bella mostra un cartello "affittasi" o "vendesi" deteriorato dal tempo. Gli artigiani cessano la partita iva e lavorano in nero. Spesso lasciano i locali in cui esercitavano il mestiere per ritirarsi in locali più piccoli e dai costi minimi. Le poche aziende di una certa dimensione hanno chiuso, tutte! Trovare un lavoro come dipendente, sia per i giovani che per quelli di una certa età, non è difficile, ma semplicemente impossibile. Gli edili, una delle categorie maggiormente colpite, non lavorano da anni, e sopravvivono con l'aiuto dei genitori e dei suoceri. In una città di 60 mila abitanti non c'è un solo cantiere aperto.



Girando in città si percepisce un clima da catastrofe imminente. I commercianti, sull'uscio dei loro negozi, mostrano facce funeree, più esplicite di un trattato di economia. Un terzo delle auto gira senza assicurazione, e spesso si tratta di auto in fermo amministrativo.



Ascoltando gli umori della gente comprendo come mai durante la guerra, con i bombardamenti ed il pane razionato, i cinema e le sale da ballo fossero piene. Quando uno non vede un futuro, e teme, anzi, la catastrofe, cerca di godersi la vita più che può, sperando di dimenticare, per qualche ora, le proprie miserie. La gente è disillusa, e non crede più a niente. La fiducia nello stato e nelle istituzioni è praticamente nulla, ed il comportamento collettivo sembra tornare a quello del dopoguerra, in cui ognuno cercava di arrangiarsi. Prima il pane, poi lo stato. E se si guadagna solo il pane che lo stato vada a farsi fottere. Stanchi delle perpetue promesse, regolarmente disattese, e nauseati dall'immutabile teatrino della politica, ci si affida al fato, confidando nella buona sorte.



Intanto la percezione dello sfascio è forte e concreta. Tutte le strade sono in uno stato pietoso, da paese da terzo mondo. Il verde pubblico è in stato di abbandono. Innumerevoli gli edifici pubblici iniziati e mai finiti, e quelli in uso cadono a pezzi dopo pochi anni, degradando per totale mancanza di manutenzione. Il servizio di raccolta rifiuti funziona sempre peggio, e più aumenta la tarsu, più sporcizia e degrado aumentano. I comuni, all'affannosa ricerca di denaro, si inventano di tutto, dalle multe ai parcheggi a pagamento, dall'aumento vertiginoso delle tasse di occupazione suolo pubblico a quelle per i passi carrai. Tutti si aspettano che tra breve venga messa una tassa sulla circolazione pedonale.



Eppure i soldi non bastano mai, e ne occorrono sempre di più. Ma mentre le tasse ed i balzelli aumentano, i redditi delle persone diminuiscono, e sempre più cittadini non riescono a far fronte ai pagamenti. La situazione è esplosiva, molto peggiore di quanto possa credere chi guarda le cose con distacco e superficialità. Ed è destinata a finire con un gigantesco botto.



In questo contesto sempre più persone gettano la spugna. Non ce la fanno più. Ed allora succeda quel che deve succedere! Intanto fanno quel che possono, cercando di guadagnare il necessario per sopravvivere, e non si curano più della contabilità, delle tasse, delle scadenze. E se alla fine del mese gli resta qualcosa in tasca, la utilizzano per godersi la vita o togliersi qualche sfizio.
E' una schiera che si va sempre più ingrandendo, e contro la quale lo stato, con i suoi strumenti, è totalmente impotente. Ed infatti succede che le grinfie dello stato si concentrano esclusivamente su chi possiede qualcosa, anche se si tratta di persone che hanno sempre pagato le tasse. Un pretesto per eseguire un accertamento si trova sempre. Intanto si fa cassa, e poi il contribuente ricorrerà, aumentando la schiera dei creditori a babbo morto. Fra non molto pretenderanno un'acconto sulle tasse dei prossimi anni, e metteranno una patrimoniale, e faranno un prelievo forzoso sui conti correnti.





Ma nulla riuscirà ad evitare il collasso.


Ed allora, quelli che sono usciti dal sistema, non si curano più di nulla, e non guardano neanche più la televisione. Fra un po sarà primavera, e sarà bello andare in campagna, e godere dei primi tepori e del risveglio della natura. I fuoriusciti vi si recheranno con una certa frequenza, banchetteranno con quattro soldi e si stenderanno sull'erba per farsi carezzare dalla brezza. Ed ozieranno, alla faccia di tutti quelli che vorrebbero vivere sul loro lavoro. Ozieranno e guarderanno a valle, per vedere il passaggio di tutti i cadaveri di coloro che non hanno ancora capito un kazzo.


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