di Fabio Pupulin
Ho ricevuto oggi, nella mia casella di posta elettronica, una mail a firma del Partito delle Aziende (P.D.A.), di cui onestamente non sapevo dell'esistenza!
Perciò, per farmi perdonare dal sig. Piccirillo, segretario regionale che ha inoltrato la mail, e dal dott. Adriano Podestà, segretario politico del P.D.A., dedico uno spazio della mia home page a questo movimento, formato da imprenditori delle piccole e medie aziende, che "grazie" all'euro, alla globalizzazione e ai mercati "aperti" imposti dal WTO, stanno pagando un prezzo altissimo, sia in termini economici che umani.
A tutto questo, aggiungiamoci l'inettitudine, la disonestà e l'idiozia della nostra classe politica, e si capisce perché in tanti stanno fuggendo all'estero a gambe levate.
A questo punto sorge spontanea una domanda: ma i partiti oggi, chi c...o rappresentano?
Sotto riporto integralmente il comunicato a firma del dott. Podestà, dal titolo "Le parole dei parassiti".
Partito delle Aziende
Segreteria Regionale Puglia
Le parole dei
parassiti
Abbiamo perso noi stessi.
Tagliato il filo della memoria, quello che ci univa alle generazioni precedenti, ai giorni degli affetti
sorridenti, che erano capaci di costruire nel presente immaginando il futuro,
nulla più ci trattiene dal cadere. I giorni correnti ne sono prova evidente.
Rete Imprese Italia, un’organizzazione di sindacato, nei giorni scorsi ha
proclamato una giornata di protesta per mettere all’attenzione la condizione in
cui versano le piccole e medie imprese. Immediatamente, sono emersi dall’ombra
i parassiti. Le dichiarazioni commosse e partecipi che ratte si sono levate da
candidati politici non possono che lasciare un desolato e rabbioso senso di
disgusto. Per essere buoni, non basta sentirsi buoni. Per essere buoni, bisogna
essere capaci di rinunciare, di donare. Non si può essere buoni mentre si
chiede. Dov’erano, questi candidati da marciapiede mentre le Aziende si
spegnevano, mentre molti, troppi nuovi caduti sul Lavoro, caduti per il Lavoro
sceglievano di togliersi la vita? Erano a farsi i fatti propri, allora come
ora. Quando il Partito delle Aziende manifestò contro l’omicidio fiscale
davanti a Montecitorio, fu lasciato solo e disprezzato, trattato con
sufficienza e indifferenza. E’ facile ora dire non è giusto, è difficile dire
chi è responsabile di uno Stato, o meglio di un non-Stato, ostile e inetto,
prevaricatore e tarlato da troppi privilegi, quando magari, direttamente o
meno, di persona o per interposta persona, siamo stati e siamo partecipi da
anni della rapina. Mentre abbiamo concorso ad affidare funzioni dello Stato
non-Stato a soggetti privati, come Equitalia e le altre Agenzie consimili;
mentre abbiamo partecipato al grande pasto offerto dal Demanio e dalle banche
che, privilegiate e difese oltre ogni misura ragionevole, hanno usato il loro
assurdo diritto di fatto a rimanere indebitate per anni, per trasferire soldi
dai propri bilanci ai propri compari; mentre abbiamo inginocchiato l’Italia al
neo-colonialismo di un’Europa che non c’è, pagando multe su multe e mantenendosi
supini a regole che, in nome apparente del libero mercato, hanno asfaltato il
nostro sistema produttivo, riducendolo in soggezione; mentre abbiamo tollerato
o praticato qualsiasi ruberia; mentre abbiamo lasciato i giovani senza
presente. In quei giorni, in quelle ore, in quei minuti, la Gente del Lavoro stava china
sulle macchine, subiva l’insulto vostro e del Direttore di banca o di qualche
ufficio pubblico, era abbandonata, senza traccia di politica economica equa, di
politica industriale, di politica dei prezzi, senza nemmeno la possibilità di
accedere alla giustizia. Siamo stanchi della vostra illusione disperata, della
malattia civile che vi induce, ancora una volta, a pretendere. Nessuno paga,
nessuno paga mai e men che meno con la vita, se non chi lavora. Ma le parole
vuote non possono bastare, gli atteggiamenti da buono, la doppia morale, che in
pubblico afferma ciò che non pratica nel privato, non vi permetteranno più di
ordire l’inganno uscendone illesi, anche questa volta. E’ l’ora di capire che
non si può dire qualsiasi cosa senza assumersene la responsabilità. Non pensate
alle elezioni … cominciate a pensare al dopo le elezioni. Il
ceto medio produttivo, che sta subendo un impoverimento precipitoso, non ha più
la pazienza e la voglia di subirvi ed è ormai pronto a reagire. Capisce
sempre più rapidamente di avere dalla propria parte, dalla stessa parte, i
lavoratori dipendenti, è pronto a scrivere un nuovo patto, un Patto per il
Lavoro, un patto della Gente del Lavoro ed ha iniziato a darsi la forma
politica originale necessaria a portare di nuovo il Lavoro al centro della vita
della Repubblica. A generare, dal Lavoro, un nuovo futuro di speranza,che non
prevede né voi né le vostre parole da parassiti.
Adriano Podestà
Segretario politico del
Partito delle Aziende
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