16/03/13

CHE VOLTO HA LA POVERTA'?

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di Fabio Pupulin

Ci siamo, la situazione sta precipitando molto velocemente senza che nessuno possa più far nulla, mentre i pochi che potrebbero porvi rimedio non lo vogliono fare, perché sono gli stessi che hanno progettato la "crisi", e tutto sta andando secondo i loro piani!

In molti comuni si stanno manifestando situazioni di disagio sempre più evidenti, con molte famiglie ormai ridotte ai limiti dell'indigenza. 
Ormai in molti, troppi, non ce la fanno più ad arrivare nemmeno alla metà del mese.

 Il lavoro sta diventando merce rara, e il numero di coloro che rimangono senza lavoro aumenta quotidianamente, senza sosta. 
Un aumento della disoccupazione vertiginoso, che in Italia ha raggiunto l'incredibile tasso del 22%  mentre quella giovanile ha raggiunto quasi il 40%, con un aumento nell'ultimo anno del 6,5%.

Si tratta di numeri, purtroppo, destinati a crescere ancora, perché il governo UE, prima attraverso Monti ed ora attraverso il "Fiscal Compact" e l'obbligo del pareggio di bilancio (introdotto dal governo "tecnico" ad aprile 2012 nella nostra Costituzione), stanno imponendo inutili e (volutamente) controproducenti misure di "austerità" che non stanno facendo altro che peggiorare la situazione.

Una vera e propria macelleria sociale, voluta per ripagare un debito "illegittimo" al creditore, visto che ogni stato che ha adottato l'euro lo deve acquistare attraverso le aste dal mercato "secondario" (dalle banche commerciali), pagando un tasso di interesse triplo, quadruplo ed oltre, alle stesse, mentre queste ultime, lo hanno pagato alla BCE tra lo 0,75% e l'1%. 
Il differenziale tra i due tassi di interesse costituisce tutto debito pubblico in capo agli stati, cioè a noi!

In pratica, si stanno attuando tagli lineari della spesa e degli investimenti in nome del pagamento di un debito inestinguibile, dal momento che l'Italia, per rientrare di oltre i 2000 miliardi di euro di debito (siamo arrivati a 2023 mld), ammettendo che riuscisse a farlo in 20 anni (come previsto dalla UE), a rate semestrali, e considerando un ottimistico tasso del 4%, dovrebbe (dovremmo) pagare ogni anno 146 miliardi di euro, cioè un undicesimo dell'attuale PIL, tra l'altro calante, visto che ogni giorno stanno chiudendo circa mille attività, con conseguente aumento della disoccupazione e diminuzione delle entrate per lo Stato.

Praticamente l'Italia è in bancarotta!
Prepariamoci al botto. 

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