12/04/13

LA FAVOLA DEL "TRENO DA NON PERDERE"


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di Fabio Pupulin

Ripropongo un mio articolo apparso in rete un paio d'anni fa, con il quale criticavo il nonsenso del TAV, una "grande opera" spacciata da tutti i burattini del sistema come "necessaria per rimanere in Europa"! 

Invece, in uno dei prossimi articoli che appariranno sul blog, cercherò di spiegare, perché parlare di quadruplicamento della linea e parlare di TAV, sia esattamente la stessa identica cosa. 

Spero che lo vorranno capire anche i molti Amministratori pubblici (politicanti vari, sindaci e assessori), che in questo ultimo anno, al riguardo, quando parlano pubblicamente di TAV, hanno iniziato a cambiare i termini (si tratta della cosiddetta "neolingua") per cercare di confondere le idee agli ignari cittadini. 
La sostanza comunque non cambia, sempre di TAV si tratta, e, documenti alla mano, cercherò di dimostrarlo!

 LA FAVOLA DEL TRENO DA NON PERDERE

La storia che voglio raccontarvi parla di grandi capitali e di piccoli uomini,di treni che correranno vuoti a 300 km/h dentro a gallerie scavate nell’uranio, di società private costituite con il denaro pubblico, piramidi di Cheope fatte di smarino e grattacieli di fibre d’amianto, di cittadini che difendono i propri diritti additati come canaglie e di canaglie senza scrupoli ... che si fingevano persone attente all’ambiente e ai diritti dei propri cittadini, di sindaci bastonati dalla polizia in una Valle decisa a resistere all’ennesimo stupro del proprio territorio, di come un grande investimento non produrrà altro che impoverimento, di quando le parole degli esperti vengono trasformate in sussurri ed il biascicare incompetente dei politici assurge a realtà incontrovertibile”.
(dall’articolo di Marco Cedolin “Incubo TAV”, del 14 novembre 2005).

Dai primi anni 90’, da quando ho iniziato a sentire parlare della TAV, ho sempre avuto il sospetto che questa “grande opera” non fosse altro che uno dei tanti e soliti modi per incassare soldi pubblici da parte dei partiti e delle società private, che si sarebbero spartite i lavori.
 
Da allora sono passati quasi vent’anni,e il sospetto che avevo, è divenuto certezza.
Come moltissime altre persone, la mia attenzione sul progetto della TAV è stata catalizzata dal movimento spontaneo NO TAV, sorto vent’anni addietro in Val di Susa.

Inizialmente presentato dagli schierati mass-media,come un movimento di pochi facinorosi, retrogradi ed anacronistici personaggi, contrari allo sviluppo ed al progresso, man mano che il tempo passava e la fitta coltre di nebbia gettata dai nostri mezzi di “informazione” si dipanava, appariva chiaro a tutti quelli che volevano vedere le cose senza pregiudizi, come queste persone non fossero poche e retrograde come ci raccontavano, ma molte migliaia, coraggiose, amanti e rispettose della terra che li ospita; tutto l’opposto cioè, di coloro che da quelle valli, volevano e vogliono ricavare solo profitto e denaro.

Anche il Veneto è coinvolto dal passaggio del famigerato “corridoio 5” Kiev- Lisbona, ed inquesti ultimi tempi, stiamo assistendo ad interminabili ed assurde discussioni da parte di tutti gli amministratori pubblici, che cianciano del progetto che non c’è, nel senso che non è stato reso pubblico, e di cui dovrebbero pronunciarsi sul fatto se è meglio optare per il tracciato “alto”, cioè parallelo all’autostrada A4 o per il tracciato “basso”, cioè quello previsto dal progetto invisibile e scelto da ignoti.

Diciamo subito che la terza opzione, cioè di opporsi ai due tracciati non è prevista, perché il “progresso” e lo “sviluppo” non si possono fermare! 

Diciamo anche subito, che i nostri amministratori pubblici, nonché politicanti più o meno in vista, si sono immediatamente e prontamente allineati al diktat non scritto di non ostacolare il “progresso”. 

Infatti, come nel diritto internazionale, in mancanza di una norma scritta ci si appella alla consuetudine, così nella politica nostrana, quando tutti possono mangiare un pezzettino di torta, vige l’usanza di non opporsi.
 
Qualcuno ha sentito un solo sindaco o un solo assessore dire di no a questa “grande opera” del non senso, contraria ad ogni logica e alla ragione?

Il fatto che nessuno di questi personaggi abbia l’idea precisa del reale scopo e del costo finale di un’opera che permetterà di sparare delle persone o delle merci a trecento chilometri all’ora, come proiettili impazziti, chiuse dentro ad un vagone (per andare dove?), ci fa capire quanto contino realmente questi burattini della politica,sempre proni ai voleri dei propri padroni (che non sono i cittadini che li hanno eletti, ovviamente).

Ma forse questi mestieranti della politica, non sanno nemmeno chi sono i loro padroni, dal momento che essi non vedono più in là del fatto che anche il loro partito intascherà (o ha già intascato) un bel mucchietto di soldini, senza chiedersi chi alla fine pagherà il conto.

In base ad una stima, ricavata da uno studio commissionato dal movimento NO TAV, si prevede che alla fine di tutto, il costo finale di questa “grande opera” dell’assurdo, per quanto riguarda la tratta italiana,si aggirerà intorno agli 80 miliardi di euro,una cifra da capogiro se si pensa che con cifre infinitamente più piccole, si potrebbero modernizzare e potenziare in modo sostanziale le linee ferroviarie esistenti  nel territorio italiano, rendendole efficienti e funzionali, e risparmiando miliardi di euro di soldi pubblici.

Invece gli utilizzatori quotidiani dei treni, vale a dire i pendolari, continueranno a viaggiare costipati come sardine in vagoni datati e maleodoranti, perennemente in ritardo, mentre davanti ai loro occhi sfrecceranno a trecento chilometri all’ora treni semi-vuoti, diretti verso luoghi a loro sconosciuti e destinati ai pochi eletti che hanno saputo cogliere le opportunità che solo il “progresso” può offrire.

Purtroppo questi ragionamenti, fatti davanti ad una platea composta da politici, sindaci ed assessori, che invece di fare gli interessi dei cittadini che li votano (ma per quanto ancora?) e li stipendiano profumatamente, fanno i piazzisti di grandi opere per conto di società private e banche, sono impossibili da farsi.

Inoltre, non è più questione di sinistra (che in Italia non esiste ed anzi, è il vero cameriere delle banche) e destra (quella c’è, e manganella a più non posso), PDL e PD (meno elle) sono perfettamente allineati, visto che entrambi gli schieramenti “si nutrono e crescono” attraverso la realizzazione delle “grandi opere” inutili.
Che sia questa la vera essenza del termine politichese “convergenze parallele”?

Allora assistiamo a discussioni tragi-comiche in cui ci sono sindaci che sostengono come sia più razionale e logico il tracciato parallelo alla A4, mentre altri sindaci optano per la bontà del tracciato basso, purché quando attraversa il “loro” territorio, al fine di salvaguardarlo, vengano realizzate altre megaopere, come tunnel lunghi quanto paesi interi, che si sa dove inizieranno ma non cosa troveranno sotto terra, né se mai sbucheranno in superficie, ed altre amenità.

Poi, nella triste realtà quotidiana, quando devono tornare con i piedi per terra, e fare i conti con i soldi di cui realmente dispongono i “loro” comuni, questi sindaci si accorgono che nelle casse non ci sono nemmeno gli spiccioli per iniziare una pista ciclabile di qualche centinaio di metri, quella sì necessaria, e che i cittadini richiedono da anni, o per pagare gli stipendi dei dipendenti, o che molti dei loro concittadini non hanno più il lavoro e hanno perso pure la speranza di vivere un futuro dignitoso per se stessi ed i loro figli. 
 
Ma cosa importa, sognare è bello, sentirsi eroi per un giorno con i soldi degli altri,sopratutto se in nome dello sviluppo e del progresso, lo è ancor di più!

4 commenti:

  1. E' sempre bene ricordare l'esempio di casa con il Mose e la cricca Mantovani Chisso Galan con i vertici in gabbia. 600 milioni freschi da trovare e lo slittamento a 2016 o 18 con già 5,5 miliardi di euro andati.

    Notizia di oggi, 40mila metri cubi di materia inquinante sequestrati sulla A4 usati per i terrapieni. Storia più che prevedibile.

    "Si sogna il progresso..ma ci è rimasto solo un cesso"

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    1. Ciao Federico, pienamente d'accordo. E' davanti agli occhi di tutti noi, che ogni singolo "affare" condotto dal connubio politici-imprenditori porta a disastri ambientali e furti di soldi pubblici. Dal TAV, alle centrali a "biomasse" (che possono trasformarsi in qualsiasi momento in inceneritori di rifiuti), alle "grandi opere" utili solo a riempire le tasche dei disonesti, gli esempi, soprattutto negli ultimi vent'anni, sono interminabili.

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  2. Io scommetto che il tuo prossimo articolo sul Tav non sarà commentato da nessun politico! :-)

    Mauro Gobbato

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    1. Non ho visto commenti di questi signori nemmenno riguardo agli altri articoli. Loro preferiscono raccontare frottole davanti a platee selezionate e a loro fedeli. Qui non è il posto giusto. Comunque la rete ed il blog sono aperti a tutti!

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