26/04/13

La singolare protesta di un commerciante nei confronti dello Stato ladro

 
di Fabio Pupulin

La crisi economica sta colpendo duramente milioni di persone. 
Ogni giorno, in Italia, chiudono circa mille attività, e ci sono circa duemila nuovi disoccupati.

Si tratta di numeri allucinanti, soprattutto se si pensa che a tutt'oggi, non si vede ancora la fine di questo lungo e buio tunnel chiamato DEPRESSIONE ECONOMICA!

La produzione industriale italiana, dal 2008 ad oggi è calata dl 25%, in pratica in cinque anni, il Belpaese ha ridotto di un quarto la sua produzione, aumentando in maniera esponenziale il numero di disoccupati e di persone che non ce la fanno più a campare.

Il fisco, nel frattempo, si è fatto sempre più invasivo e pretenzioso nei confronti di tutti quanti noi, e il livello di tassazione ha raggiunto soglie insostenibili, soprattutto per coloro che gestiscono delle attività commerciali.

Il calo dei fatturati e la chiusura dei mercati, uniti alla chiusura dei rubinetti da parte delle banche e all'aumento della pressione fiscale, ha portato molte aziende e molti piccoli commercianti, ad avere grosse difficoltà nel procurarsi liquidità per le spese correnti e gli investimenti legati alla propria attività, con conseguente rischio concreto di chiudere per fallimento.

Questa incredibile situazione, è stata portata all'attenzione pubblica da un commerciante calabrese, Roberto Corsi, che nella scorse settimane ha iniziato una singolare protesta, decidendo di non emettere più nessuno scontrino fiscale e mettendo il registratore di cassa fuori dal proprio negozio, con appeso un cartello con la scritta "IO NON PAGO IL PIZZO ALLO STATO".

Le tasse è giusto pagarle, ma solo se in cambio, l'Ente impositore, restituisce quanto ha tolto, sottoforma di servizi e nella possibilità di accedere a forme di credito per finanziare la propria attività.

Se vengono a mancare questi presupposti, la pretesa da parte dello Stato di richiedere tasse, è illegittima.

Al punto in cui siamo arrivati in Italia, ha ragione il signor Corsi quando afferma che lo Stato pretende il pizzo dai commercianti perché questi possano tenere aperta la propria attività, e il tutto, senza dare nulla in cambio. E' giusto non pagare.


 







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