Dire che la società Occidentale oramai ha imboccato la strada del declino, è cosa scontata.
Lo si vede a partire dalle piccole cose fino ad arrivare alle cose più importanti.
Basta osservare molte delle "opere d'arte" ospitate alla Biennale di Venezia, in cui si possono "ammirare" stanze piene di cumuli di pietre e terra o donne nude che al rallentatore si abbassano l'ultimo velo che le copre. E' arte!
Oppure si presti attenzione agli ideali con cui crescono le nuove generazioni, fondati sui deleteri messaggi imposti dai massmedia, in cui competizione ed individualismo sono i capisaldi dei rapporti umani, che devono prevalere sul reciproco aiuto e sulla solidarietà tra le persone.
Insomma, si vuole far prevalere la "cultura" del più furbo e del più forte, senza rendersi conto che, in questo modo, ognuno sarà più debole e più solo, quindi maggiormente aggredibile dal "sistema", che, sempre più sta permeando ed invadendo le vite di ciascuno di noi.
In quest'ottica, la società odierna, nei suoi fondamentali di base, può essere considerata decadente, dal momento che sta subendo passivamente senza alcuna capacità critica e di reazione, scelte imposte dall'alto impensabili solo qualche anno fa.
Si pensi solo alla nomina di un Ministro all'Integrazione nero, come la Kyenge.
Ovviamente, nulla in contrario al fatto che la Kyenge sia nera, ma al fatto che con una abile mossa di marketing, le sia stato assegnato proprio il dicastero all'Integrazione.
In pratica, in un momento delicatissimo dal punto di vista economico e della tenuta sociale come quello attuale, e dopo che leggi idiote ma volute, per oltre un ventennio hanno permesso a qualche milione di extracomunitari di entrare indiscriminatamente in Italia senza di fatto, poter essere espulsi, ora, attraverso una campagna basata sul consenso e sul pietismo, si sta cercando di convincere gli inerti italiani, che è cosa buona e giusta sanare la posizione di tutti coloro che, anche se illegalmente, sono presenti sul territorio italiano.
Ovviamente, un simile progetto era già stato pianificato da tempo, almeno dalla seconda metà degli anni '90, quando Emma Bonino ricopriva la carica di commissario europeo a Bruxelles.
Ora, pervasi da un assurdo senso di buonismo, moltissimi italiani assecondano le esternazioni di un ministro Congolese che propone (anche se le indicazioni le provengono dai piani più alti) di abolire il reato di immigrazione clandestina e di istituire lo ius soli.
Se per lo ius soli, magari, è possibile semplificare alcune condizioni per la sua applicazione, la proposta di abolire il reato di immigrazione clandestina, senza distinguo, è abominevole, e una simile politica regolatoria dei flussi migratori, non trova riscontro in nessun Paese al mondo. Nessuno!
Si provino a guardare le condizioni di ingresso e di permanenza sul proprio territorio poste in essere da qualsiasi altro stato del pianeta.
In Italia, la risposta più semplice ad un simile suicidio assistito è duplice:
- da una parte la repubblica italiana non è sovrana, ed in sede europea si è deciso che la terra italica deve divenire luogo di produzione a basso costo ed a bassa specializzazione, con bassi salari e deregulation della normativa sul lavoro.
Al riguardo, potrebbe essere interessante leggere un libro "premonitore" dal titolo "Il Tempo delle Scelte", scritto sul finire degli anni '90, da Romano Prodi, uno dei responsabili di molti dei mali che ora stanno affliggendo l'Italia e l'Europa;
- dall'altro, la politica dei partiti, in particolare del PD, ha bisogno di forze fresche in grado di fornire un nuovo bacino da cui attingere voti. Gli italiani che ancora ci credono ormai, sono sempre meno.
Ovviamente, nulla in contrario al fatto che la Kyenge sia nera, ma al fatto che con una abile mossa di marketing, le sia stato assegnato proprio il dicastero all'Integrazione.
In pratica, in un momento delicatissimo dal punto di vista economico e della tenuta sociale come quello attuale, e dopo che leggi idiote ma volute, per oltre un ventennio hanno permesso a qualche milione di extracomunitari di entrare indiscriminatamente in Italia senza di fatto, poter essere espulsi, ora, attraverso una campagna basata sul consenso e sul pietismo, si sta cercando di convincere gli inerti italiani, che è cosa buona e giusta sanare la posizione di tutti coloro che, anche se illegalmente, sono presenti sul territorio italiano.
Ovviamente, un simile progetto era già stato pianificato da tempo, almeno dalla seconda metà degli anni '90, quando Emma Bonino ricopriva la carica di commissario europeo a Bruxelles.
Ora, pervasi da un assurdo senso di buonismo, moltissimi italiani assecondano le esternazioni di un ministro Congolese che propone (anche se le indicazioni le provengono dai piani più alti) di abolire il reato di immigrazione clandestina e di istituire lo ius soli.
Se per lo ius soli, magari, è possibile semplificare alcune condizioni per la sua applicazione, la proposta di abolire il reato di immigrazione clandestina, senza distinguo, è abominevole, e una simile politica regolatoria dei flussi migratori, non trova riscontro in nessun Paese al mondo. Nessuno!
Si provino a guardare le condizioni di ingresso e di permanenza sul proprio territorio poste in essere da qualsiasi altro stato del pianeta.
In Italia, la risposta più semplice ad un simile suicidio assistito è duplice:
- da una parte la repubblica italiana non è sovrana, ed in sede europea si è deciso che la terra italica deve divenire luogo di produzione a basso costo ed a bassa specializzazione, con bassi salari e deregulation della normativa sul lavoro.
Al riguardo, potrebbe essere interessante leggere un libro "premonitore" dal titolo "Il Tempo delle Scelte", scritto sul finire degli anni '90, da Romano Prodi, uno dei responsabili di molti dei mali che ora stanno affliggendo l'Italia e l'Europa;
- dall'altro, la politica dei partiti, in particolare del PD, ha bisogno di forze fresche in grado di fornire un nuovo bacino da cui attingere voti. Gli italiani che ancora ci credono ormai, sono sempre meno.
Altra triste questione, molto dibattuta in questi ultimi tempi, riguarda i diritti dei gay, ed in particolare il loro diritto ad unirsi legalmente e ad adottare figli.
Anche in questo caso, pur essendoci al momento problemi ben più gravi a cui pensare, causati da una depressione economica senza precedenti nella storia moderna, il nocciolo del problema non deve essere sottovalutato.
Il fatto che gli omosessuali siano sempre esistiti non è un mistero, come non dovrebbe essere un tabù il fatto che, anche per le tali coppie, dovrebbe essere prevista la possibilità di potersi unire legalmente.
Quello che invece inquieta, e non poco, riguarda il fatto che una certa area politica, appoggiata da una certa parte della società civile, spinga affinché coppie di omosessuali o lesbiche possano legalmente adottare figli.
Senza cadere nella trappola degli inutili quanto sterili ragionamenti filosofici e/o antropologici, è sufficiente porsi alcune semplici domande:
1) se la Natura e le sue leggi hanno stabilito che la razza umana, per la procreazione, necessita di un uomo e di una donna, c'é un motivo?
2) molti di coloro che a parole sono favorevoli ad una simile legge, e magari hanno anche figli, nella disgraziata ipotesi in cui dovessero perire entrambi i genitori, sarebbero veramente contenti nel sapere che i loro figli potrebbero venire adottati da una coppia di uomini o di donne?
3) i bambini, a prescindere dalla loro età, come vivrebbero intimamente una simile situazione? E nel rapporto con gli altri?
4) una simile legge, verrebbe istituita nell'interesse dei bambini o esclusivamente per soddisfare le esigenze degli adulti?
5) c'é forse in atto una carenza di richieste di adozione da parte di coppie etero?
Non credo serva aggiungere altro, se non il fatto che non c'é legge umana in grado di "normalizzare" devianze, comportamenti o interessi elettorali di una certa parte politica, contrari alle leggi di Natura.
puoi leggere questo articolo anche sul sito Wall Street Italia
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