10/11/13

ITALIA, TI LASCIO COSI' FALLISCI. E SAREBBE ORA...



L'Italia, intesa come modello paese su cui poter contare per dare un futuro a sé stessi ed ai propri figli, ormai non esiste più.

Un paese governato da potentati economici stranieri e gestito al suo interno da una casta autoreferenziale, per lo più formata a ladri ed incapaci, attenti solo a spartirsi appalti, incarichi ben remunerati e soldi pubblici.

In compenso, non vi è traccia di investimenti in settori come istruzione e ricerca, cioè quei settori chiave, fondamentali per creare le classi dirigenti del futuro.


Anzi, istruzione e ricerca, sono le voci di spesa sulle quali ogni pseudo-governo italiano, anziché dimostrare acume e lungimiranza, abbatte la scure dei tagli, dimostrando così sempre di più la propria stupidità e miopia. 

I risultati, alla fine si vedono, e i giovani più brillanti, le menti migliori, gli imprenditori più capaci e le persone che amano la libertà ed hanno risorse economiche sufficienti, abbandonano il paese.

Oramai si parla di numeri veramente importanti di persone che si sono spostate all'estero o che stanno per farlo, con un aumento del 3% rispetto allo scorso anno, e con oltre 4 milioni di italiani sparsi per il mondo. (qui)

Si tratta di un flusso in uscita che tende ad aumentare man mano che passano i mesi e la situazione economica peggiora.

Dovrebbe far pensare i nostri politici quanto detto dai giovani neo-laureati a Londra, davanti alle telecamere di Servizio Pubblico che hanno lasciato il paese perché "non c'è alcuna possibilità di partecipare al cambiamento". (guarda e ascolta attentamente il video-clicca qui)

Infatti, il cambiamento, i parassiti che hanno occupato la politica come se fosse "cosa loro", non lo permettono e non lo permetteranno mai. 

Perché ciò avvenga, è necessario che prima il paese fallisca, costringendo alla resa per fame coloro che ora stanno succhiando la ancora poca linfa vitale che lo sostiene.

Il blog, come anticipato in un precedente articolo a tale scopo dedicato, non si limita alla denuncia o alla lamentela fine se stessa riguardo alla situazione, ma propone ed è tuttora operativo per formare un gruppo di persone che abbia seriamente l'intenzione di lasciare il paese al suo meritato destino.

Al momento in cui scrivo, ci sono circa una decina di persone, tra Roma, La Spezia, Torino e Venezia, che tra questo mese e gennaio 2014, si recheranno a Isla Margarita (Venezuela) per valutare e studiare forme di investimento e trasferimento.

Ora non è più tempo di parlare e lamentarsi, ma di agire!





Nessun commento:

Posta un commento