E' ormai chiaro che in Italia, i banchieri ed i politici, cioè gli esseri umanamente inferiori che rispondono direttamente ai primi, stanno cercando in tutti i modi di eliminare o limitare enormemente l'utilizzo del contante.
Ultimamente non passa giorno in cui qualche politico-maggiordomo dei banchieri, non si lasci andare ad affermazioni e proclami in tal senso.
E per finire in bellezza, dal 1° gennaio 2014, con la solita scusa della lotta all'evasione, di contrasto al riciclaggio e di finanziamento al terrorismo, ci sarà la stretta all'utilizzo dei tagli da 200 € e 500 €.
Raccontare simili idiozie è veramente da dementi e, soprattutto, da persone in malafede, ma crederci è ancor peggio, da veri italioti. (leggi qui l'articolo)
Contanti: lo zelo sospetto delle banche (da Wall Street Italia)
di: Beppe Scienza
I banchieri vorrebbero eliminare completamente i pagamenti in contanti, perché sono gli unici su
cui non hanno un guadagno.
Porre limiti all'uso dei contanti è stato
probabilmente utile per contrastare l'evasione fiscale. Però l'attuale soglia
dei 1.000 euro è già la più bassa del mondo. Quindi mente il ministro Fabrizio Saccomanni, affermando
che a questo riguardo "l'Italia è rimasta indietro".
È una delle frottole care alle banche, arrivate al punto di imbastire un'associazione dal ridicolo nome di "War On Cash" (Guerra ai contanti), specializzata nel raccontare storielle.
Non son mica spinte da nobili motivi: non gliene frega niente se i loro clienti evadono. Per decenni coi certificati di deposito al portatore li hanno aiutati a investire i guadagni sul nero al riparo da accertamenti fiscali.
Altre sono le cose che gl'importano, per poter continuare a strapagare i propri dirigenti e foraggiare le Alitalie e gli Zaleski di turno. Una è arraffare soldi dovunque gli riesce; e sui pagamenti con monete e banconote invece non raschiano nulla. L'altra è costringere la gente a tenere i soldi sui conti correnti, a interessi vicini allo 0%.
I giornalisti economici e le associazioni di consumatori, di regola in combutta con le banche, non citano mai i vantaggi dei contanti. Primo, la totale assenza di costi per compratori e venditori. Secondo, la completa riservatezza, mentre carte di credito, bancomat ecc. permettono di redigere profili dei consumi da usare a danno degli interessati. Terzo, la rapidità e comodità. Quarto, il senso della spesa: coi contanti ci s'accorge subito quando finiscono.
Questo e altri punti sono evidenziati anche da Carlo Pisanti, direttore centrale della Banca d'Italia, in genere così vicina alle banche. Il rischio di furti e borseggi è un aspetto negativo, cui fanno però da pendant le truffe informatiche.
Sul contante merita leggere due post, del 10-12-2011 e del 12-1-2012 di Ranieri Razzante nel blog del Fatto, ma soprattutto sapere alcuni fatti tenuti regolarmente nascosti dalla stampa italiana. Cioè che in Germania, uno staterello con un certo peso e significato in Europa, non c'è nessun limite all'uso del contante, esso è diffuso circa come in Italia e la rigidissima Bundesbank ha addirittura organizzato un convegno (Bargeldsymposium, 7-12-2012) in sua difesa.
Ma questo, i pinguini in giacca e cravatta al governo non lo dicono! (n.d.r.)
È una delle frottole care alle banche, arrivate al punto di imbastire un'associazione dal ridicolo nome di "War On Cash" (Guerra ai contanti), specializzata nel raccontare storielle.
Non son mica spinte da nobili motivi: non gliene frega niente se i loro clienti evadono. Per decenni coi certificati di deposito al portatore li hanno aiutati a investire i guadagni sul nero al riparo da accertamenti fiscali.
Altre sono le cose che gl'importano, per poter continuare a strapagare i propri dirigenti e foraggiare le Alitalie e gli Zaleski di turno. Una è arraffare soldi dovunque gli riesce; e sui pagamenti con monete e banconote invece non raschiano nulla. L'altra è costringere la gente a tenere i soldi sui conti correnti, a interessi vicini allo 0%.
I giornalisti economici e le associazioni di consumatori, di regola in combutta con le banche, non citano mai i vantaggi dei contanti. Primo, la totale assenza di costi per compratori e venditori. Secondo, la completa riservatezza, mentre carte di credito, bancomat ecc. permettono di redigere profili dei consumi da usare a danno degli interessati. Terzo, la rapidità e comodità. Quarto, il senso della spesa: coi contanti ci s'accorge subito quando finiscono.
Questo e altri punti sono evidenziati anche da Carlo Pisanti, direttore centrale della Banca d'Italia, in genere così vicina alle banche. Il rischio di furti e borseggi è un aspetto negativo, cui fanno però da pendant le truffe informatiche.
Sul contante merita leggere due post, del 10-12-2011 e del 12-1-2012 di Ranieri Razzante nel blog del Fatto, ma soprattutto sapere alcuni fatti tenuti regolarmente nascosti dalla stampa italiana. Cioè che in Germania, uno staterello con un certo peso e significato in Europa, non c'è nessun limite all'uso del contante, esso è diffuso circa come in Italia e la rigidissima Bundesbank ha addirittura organizzato un convegno (Bargeldsymposium, 7-12-2012) in sua difesa.
Ma questo, i pinguini in giacca e cravatta al governo non lo dicono! (n.d.r.)
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