di Fabio Pupulin
In un articolo apparso lunedì 11 febbraio, a pagina 5 dell'inserto "Affari & Finanza" di Repubblica, quindi prima che la notizia delle dimissioni di Benedetto XVI venisse resa nota, si poteva leggere quanto segue:
"Nomi, episodi e scandali vecchi e nuovi che non hanno fatto bene all'immagine della banca pontificia, al punto che Benedetto XVI non saebbe contrario ad azzerare tutto e chiudere clamorosamente la "sua" banca".
Sarà un caso, e può darsi che lo sia, ma c'era già stato un altro Papa, questa volta italiano, che aveva cercato di dare un nuovo corso alla Banca Vaticana,
allora correva l'anno1978, e allora fu ritrovato morto sul proprio letto
dopo soli 33 (se i numeri significano qualcosa...) giorni di
pontificato.
Albino Luciani, Giovanni Paolo I, se ne andò così.
Qualcosa di inquietante in tutto questo c'è, se non altro per l'oggetto del contendere.
Chi tocca lo IOR, muore o viene fatto "dimettere"?
l'articolo apparso su A&F di Repubblica dell' 11 febbraio |
Da quanto risulta da letterattura d'indagine sulla questione, appapre accertato che:
"...di fronte a questi scandali e all'emorragia finanziaria causata dalle truffaldine operazioni di Sindona-Calvi, l'astro di Marcinkus è destinato a inabissarsi. L'arcivescovo gode però della protezione incondizionata di Giovanni Paolo II. Protezione dovuta soprattutto ai fondi per oltre 100 milioni di dollari che il Vaticano inviò al sindacato polacco Solidarnosc..." (da Gianluigi Nuzzi, Vaticano S.p.A., Chiarelettere, 2009).
Giovanni Paolo II e Lech Walesa |
Sembra proprio che un invisibile filo, leghi molti importanti accadimenti sociali del nostro presente e del nostro passato, all'attività più o meno occulta, più o meno legale, della Banca Vaticana dello IOR.
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