di Fabio Pupulin
C.V.D. (Come Volevasi Dimostrare)!
E' di questi giorni, la notizia che una centrale
a "bio"gas nel padovano, per la precisione a Limena, è
stata sorpresa a smaltire PCB (Policlorobifenili,
inquinanti dalla tossicità paragonabile a quella della diossina), nei propri
digestati.
Non serve essere delle cime per capire che,
questo genere di impianti, nella stragrande maggioranza dei casi, esistono
solamente perché, con la scusa di produrre energia, percepiscono i grassi
incentivi pubblici che piovono nelle tasche dei gestori degli impianti stessi.
Non serve a nulla ricordare che, una centrale a
biogas di 0,99 MW nominali, anche se poi l'energia prodotta effettivamente può
essere superiore, ha bisogno di circa 300 ettari di campi
coltivati a mais (ogm) per poter funzionare!
In pratica, si sottraggono all'alimentazione 300 ettari di terreni fertili, per coltivare mais da bruciare per la produzione di energia.
In pratica, si sottraggono all'alimentazione 300 ettari di terreni fertili, per coltivare mais da bruciare per la produzione di energia.
Il tutto, in nome del "progresso" e
della produzione di energia "pulita".
Energia fra l'altro, della quale non c'è proprio
bisogno, dal momento che l'Italia produce più energia di quella che consuma
(dati TERNA), e con la crisi economica, il fabbisogno energetico diminuisce
ogni giorno che passa.
In Germania
ad esempio, leader in Europa per il biogas, sono emerse delle perplessità
riguardo a questo tipo di impianti, visto che c'è chi ha ipotizzato che le
contaminazioni da e.coli
(un batterio molto aggressivo), che nel 2012 hanno paralizzato il mercato
dell’ortofrutta europeo, fossero state causate dalla diffusione di
digestati da biogas non proprio “puliti”.
Ma nonostante
tutto, il business degli impianti BIO continua senza sosta, dal momento che il
connubio politica "imprenditoria" ha trovato la gallina dalle uova
d'oro, tanto che ora, si sta affermando la tendenza a costruire impianti grandi
da parte di Consorzi, che non sono sempre riconducibili ad agricoltori, e il cui
scopo principale è quello di speculare con gli incentivi (i cosiddetti
"certificati verdi") per la produzione di energia.
Il business è
interessante anche dal punto di vista della progettazione di questi impianti, e
così, anche nelle stanze del comune di Portogruaro, c'è chi pensa che sette
centrali "bio" sul proprio territorio siano anche poche!
Salvo poi
scoprire che, il consigliere in questione (tra l'altro
dell'"opposizione"!), è il progettista di uno di questi impianti!
Siamo messi davvero
male!
Per
concludere, c'è da sperare che qualche gestore di questi impianti
"bio", pur di produrre energia e intascare "certificati
verdi" (che non sono attestazioni ecologiche, come un ex sindaco
della zona aveva affermato), non cominci ad utilizzare indiscriminatamente
anche rifiuti urbani umidi...!
Al link (qui),
l'articolo apparso sul blog di sgonfiailbiogas che ha riportato la
notizia della centrale di Limena che smaltiva PCB.
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