(di Fabio Pupulin)
Li chiamano "delitti di mafia", ma sono
delitti di Stato, o meglio, dello Stato-mafia!
Al riguardo, il magistrato Ferdinando Imposimato
ed il giornalista Sandro Provvisionato, qualche anno addietro, hanno scritto un
interessantissimo libro-documento sul caso Moro, dal titolo "Doveva Morire"
(ediz. Chiarelettere), nel quale vengono messi in luce molti aspetti della vicenda, che la
ragion di stato, volutamente, continua a considerare "oscuri".
L'Italia, il Paese degli "omicidi di
Stato" e dei misteri, è uno dei paesi al mondo, più violenti ed
inquietanti per quanto riguarda la soppressione fisica dei suoi
"servitori" più fedeli ed onesti.
Anche l'uccisione di Aldo Moro è un delitto di
Stato, e non solo, e le Brigate Rosse, sono state utilizzate per lo scopo,
dagli apparati dei servizi segreti di Italia e Stati Uniti (Cia), nonché dalla
Raf, Stasi e Kgb.
Negli scorsi giorni, precisamente il 9 maggio,
correva la triste ricorrenza dell'omicidio del politico della DC, Aldo Moro, e
di Peppino Impastato, uno dei simboli della lotta alla mafia.
Moro ed Impastato, morirono entrambi il 9 maggio
del 1978, ed entrambi furono uccisi perché scomodi al "sistema" che
ancora oggi, alla luce del sole, si sta spartendo il potere.
Basta guardare i nomi dei personaggi che, in
questi giorni, sono stati eletti alla presidenza delle varie commissioni
parlamentari.
Nomi del "calibro" di Cicchitto, Vito,
Palma, Formigoni, Casini, ...! Una garanzia affinché nulla cambi, affinché
tutto continui come prima e meglio di prima.
Pochissime le parole, i servizi televisivi e gli
articoli di stampa, spesi il 9 maggio scorso, per ricordare l'anniversario
della morte di Aldo Moro e Peppino Impastato, mentre, tutti i vergognosi
massmedia erano impegnati a commemorare la morte di Andreotti, uno dei
personaggi politici più inquietanti e discussi della storia dell'Italia
repubblicana.
I "delitti di Stato", di cui sono
rimasti vittime molti, troppi uomini, si distinguono, oltreché per la chiara
mano che li guida, anche per un altro particolare: le date in cui tali delitti
sono avvenuti.
Questo, perché molti uomini delle istituzioni,
anche se non si dice, sono massoni, e la massoneria, con i suoi adepti, per
comunicare, usa simboli e rituali precisi, tra cui la cabala.
Sarà forse un caso, ma si provi a fare attenzione
alle date in cui molti uomini dello stato sono morti ammazzati ad opera dello
stato stesso.
Si noti come i mesi ricorrenti siano quelli di
maggio, luglio e settembre, e seconda del ruolo istituzionale ricoperto dalla
vittima.
Ad esempio, il "pool antimafia" di
Palermo, costituito dai giudici Chinnici, Falcone, Borsellino, Di Lello,
Guarnotta, e dai poliziotti, i commissari Montana e Cassarà, fu decimato
nell'arco di nove anni.
Gli unici due superstiti, furono i giudici Di
Lello e Guarnotta, mentre i giudici Chinnici, Falcone e Borsellino, e i due
poliziotti Montana e Cassarà, furono uccisi tutti nel mese di maggio o luglio,
ad eccezione di Cassarà, che fu ucciso il 6 agosto 1985, esattamente una
settimana dopo il suo collega Montana.
Rocco Chinnici (29/07/1983)
Beppe Montana (28/07/1985)
Antonino Cassarà (06/08/1985)
Giovanni Falcone (23/05/1992)
Paolo Borsellino (19/07/1992)
Rocco Chinnici (29/07/1983)
Beppe Montana (28/07/1985)
Antonino Cassarà (06/08/1985)
Giovanni Falcone (23/05/1992)
Paolo Borsellino (19/07/1992)
Altri illustri omicidi di uomini dello stato,
sono avvenuti nei mesi di maggio, luglio o settembre, ed i mandanti paiono
essere sempre uomini a capo di importanti istituzioni dello stato, i quali, pur
non essendo stati essi stessi a compiere fisicamente l'infame gesto omicida,
non potevano non sapere o non essere a conoscenza del pericolo che le vittime
correvano.
Vediamoli questi altri illustri "delitti di
Stato".
Aldo Moro (09/05/1978)
Giorgio Ambrosoli (11/07/1979)
Carlo Alberto Dalla Chiesa (03/09/1982)
Rosario Livatino (21/09/1990)
Giorgio Ambrosoli (11/07/1979)
Carlo Alberto Dalla Chiesa (03/09/1982)
Rosario Livatino (21/09/1990)
Forse sarà stato il caso, forse ci sono state
motivazioni particolari a spingere gli apparati dello Stato-Mafia ad
"agire" sempre in quei particolari periodi dell'anno, forse c'entra
la cabala, che va a braccetto con la massoneria, di cui fanno parte i
più influenti uomini politici, d'affari e delle istituzioni di questo
disgraziato paese, ma il ripetersi di questi omicidi, sempre negli stessi mesi,
è una coincidenza un po' troppo evidente.
Certo, non è il sottoscritto ad avere in mano la
risposta, e forse una risposta non c'è, però non si può fare a meno di notare
la sinistra coincidenza, che ha visto perire tutti questi uomini e le loro
scorte, sempre negli stessi tre mesi dell'anno.
"Nella cerchia di coloro che, ai vertici
delle istituzioni, diressero, coordinarono, indirizzarono e seguirono le
indagini sul sequestro Moro, ben cinquantasette erano iscritti alla P2"
(dal libro sopraccitato, "Doveva Morire").
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