18/05/13

UNA VITA DA ILLUSI

majesty55
di Fabio Pupulin

Vivere in una prigione senza sbarre, convinti che ciò che ci è permesso vedere sia la realtà, mentre quello che non  si vede non esiste!
L'illusione di vivere una vita che crediamo nostra, gestita e determinata unicamente dalla nostra volontà e dalle nostre scelte.
L'illusione di credere che, chi decide per noi, scelga e prenda decisioni nel nostro interesse.
L'illusione di essere liberi e di vivere in "democrazia", dove tutti sono uguali ed hanno le stesse identiche possibilità di realizzare i propri desideri e le proprie aspirazioni.

I principali veicoli utilizzati dal sistema per indottrinare le masse, sono i massmedia, televisioni e giornali su tutti, i quali, grazie a personaggi asserviti al sistema di potere, portano alla nostra attenzione solo ciò che è funzionale ad esso, agli interessi più inconfessabili del ristretto gruppo di potere che tira i fili del "gran teatro della vita", che quotidianamente si presenta davanti ai nostri occhi.

Ed è così che, milioni di persone, giorno dopo giorno, vivono come spettatori sotto un grande tendone, simile a quello di un circo, dove gli artisti sono i politici ed i burocrati, che con i loro numeri, intrattengono ed illudono il pubblico, sapendo che in cambio otterranno un lauto pasto da consumare, mentre il pubblico che ha pagato il biglietto se ne andrà via a mani vuote e con il portafoglio più leggero.

I veri burattinai del circo invece, stanno al di fuori di esso, e dall'alto manovrano e danno le direttive da seguire agli artisti, ricompensandoli con vitto e alloggio.

Il pubblico vive di illusioni, di credenze, ignorando tutto quanto lo circonda, o al massimo, credendo di sapere. Sempre di illusioni vive.

Fino a quando gli spettatori continueranno a comportarsi come delle inutili comparse, e a farsi prendere in giro dai burattinai, le cose, non solo non cambieranno, ma peggioreranno; la situazione attuale, è davanti agli occhi di tutti, basterebbe solo volerla vedere.

Aprire gli occhi significa spegnere la TV, non uniformarsi ai modelli di comportamento imposti, passare più tempo con i propri figli e con i propri vecchi, informarsi sempre con il beneficio del dubbio, tornare ad essere partecipi delle scelte che riguardano la comunità alla quale apparteniamo.

Aprire gli occhi, significa toglierci quel vizio atavico dell'individualismo spinto, che contraddistingue in negativo noi italiani, rendendoci incapaci, a differenza di altri popoli, di fare squadra e raggiungere un obiettivo uniti.

In una parola, il pubblico, noi, dobbiamo diventare più consapevoli.

Ce la faremo?

(puoi leggere questo articolo anche sul sito Wall Street Italia)





4 commenti:

  1. Ciao Fabio, bellissimo l'articolo! Volevo quotarlo come "commuovente" nelle "reazioni", peccato non ci sia l'icona. Lo quoto come "molto interessante".
    Grazie per le tante cose belle ed interessanti che scrivi.

    Marta

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    1. Marta, mi piace pensare che quello che scrivo, possa servire a qualcuno per diventare più consapevole.
      Grazie per i complimenti

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  2. Si Fabio, prima cosa da fare: regalare il televisore (risparmiando sul canone) e disintossicarsi. Spegnere la TV è come ritornare sulla terra a vivere la propria vita. Dopo sette anni che non ne possiedo una posso assicurare che la mia mente è più libera e meno influenzabile. Oltretutto si guadagna un bel mucchio di tempo per coltivare vere passioni, per ascoltare i propri figli, per migliorare. Il nostro cervello è vorace di informazioni, scegliamo bene per lui e non lasciamo che venga avvelenato da chi ci vuole neutralizzare. Ciao

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    1. Anch'io non possiedo la tv, me ne sono liberato diversi anni fa. In famiglia stiamo molto meglio, e la sera, c'è il tempo per parlare con moglie e figli senza avere di mezzo una scatola parlante che sputa spazzatura e distoglie l'attenzione. Per informarsi vanno benissimo i siti internet indipendenti che leggo e che legge anche mia moglie. I bambini sono molto più sereni e consapevoli, e ti assicuro, la tv non gli manca, perché hanno più tempo per giocare tra di loro, leggere, disegnare, parlare con i genitori.
      Riguardo alla dannosità/pericolosità dei programmi televisivi, c'è un interessante libro di Antonella Randazzo "Bambini psico-programmati". Lo dovrebbero leggere tutti i genitori, poi, penso, che molte tv scomparirebbero dalle case.
      Ciao

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