02/11/13

2 NOVEMBRE, GIORNO DEI MORTI. L'ITALIA FESTEGGIA!


Il 2 novembre dovrebbe sostituire di diritto gli insulsi festeggiamenti del 25 aprile, dal momento che questi ultimi, forse avevano un senso quando l'Italia aveva ancora una classe politica decente ed un popolo che, uscito dalla durissima esperienza della seconda guerra mondiale, aveva davanti a sé prospettive di lavoro e di crescita.
Ora, siamo di fronte ad un paese incapace di reagire, di fatto governato e spolpato delle sue ricchezze da potentati stranieri, mentre al proprio interno, le sue istituzioni "democratiche" sono occupate da una banda di ladri, arroganti e spesso incapaci personaggi, chiamati politici.
Basta guardarsi attorno ed osservare le telenovelas quotidianamente offerte dalle pericolose macchiette al governo e all'"opposizione".



Un ministro della giustizia come la Cancellieri, che telefona a dei funzionari di stato, facendo pressioni affinché un'amica di famiglia, Giulia Ligresti, figlia del magnate dell'omonimo gruppo finanziario, venga scarcerata, passando in questo modo al di sopra della legge e della decisione di un Tribunale.
Poi si viene a sapere anche che Piergiorgio Peluso, figlio della Cancellieri, nel 2011 ha lavorato per un anno nel gruppo Ligresti, incassando una buona uscita di 3,6 milioni di euro! (qui l'articolo).





E che dire del guru dell'opposizione, Beppe Grillo, che prima spara a zero sul presidente Napolitano, urlando ai quattro venti di aver incaricato i suoi legali di istruire la procedura di impeachment nei confronti di quest'ultimo per alto tradimento, mentre il giorno successivo, si giustifica dicendo che non diceva sul serio, ma era solo per far capire da "che parte egli sta?"

Una presa per il culo grande come una casa, visto che Grillo e il suo entourage non potevano non sapere che non sussistevano le condizioni legali per dar vita all'impeachment (come fatto notare anche in questo blog -qui-).
Della serie: "abbiamo scherzato!"
E' chiaro che nemmeno la cosiddetta "opposizione" ha realmente l'intenzione di scardinare lo status quo.

Nel frattempo, in Italia si contano oltre tre milioni di disoccupati, in costante ed inesorabile crescita, con le aziende che licenziano o chiudono a ritmi vertiginosi, mentre gli sguatteri della Troika messi a capo del governo, da Monti in poi, non hanno fatto altro che eseguire gli ordini ricevuti, continuando ad aumentare le tasse ed a creare le condizioni per una depressione economica e sociale che durerà almeno un decennio (se va bene).

Ostinarsi a voler rimanere in questo paese MORTO e governato dai poteri della finanza transnazionali, equivale ad accettare l'eutanasia per sè e per la propria famiglia.

Coloro che credono che sia giusto "rimanere qui a lottare", dovrebbero guardarsi allo specchio, mettere da parte la retorica e l'idealismo e  chiedersi sinceramente se credono possibile rovesciare un sistema (sempre più dittatoriale) messo in piedi nell'arco di un ventennio (dal 1992, ma partito molto prima), da parte di persone che sono tutt'altro che stupide e sprovvedute.
Un sistema che ha minato le basi stesse della democrazia e che può permettersi impunemente di nominare od imporre governi in tutti i paesi della UE, composti da loro uomini.

Un sistema che ha creato una polizia europea (EUROGENDFOR), con  poteri di intervento che nessun'altra polizia nazionale possiede.

Possono perfino sedare le rivolte nel sangue senza rispondere a nessun governo e nessun tribunale dei paesi nei quali intervengono! (Il freddo burocrate Monti, durante un'intervista, ha giustificato simili interventi come necessari, perché "si sposano alle necessità di mercato di un'economia liberale") -ascolta i pochi minuti di questo incredibile video!! clicca qui-

La risposta è scontata! Non è possibile arrestare un treno in corsa con la sola forza delle braccia.
Rimanere qui a lottare equivale a rimanere qui a soffrire e subire, perché la possibilità di lottare alla pari contro un simile sistema non ci è permessa.

Siamo di fronte al leviatano, il mitologico mostro marino autore del caos primitivo e non abbiamo le armi per affrontarlo.







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